E’ l‘oggetto elitario, il pezzo unico che sperimenta tutte le modulazioni della struttura a gusci cementizi. La casa è come scavata nella roccia, una serie di caverne che l ’ uomo ha imbiancato a calce.

Si penetra nell‘antro attraverso un tunnel, varcando la poderosa porta ad altorilievo in legno modellata da Antonini, accolti dai mille riflessi policromi del pavimento in Lava Vulcanica.

Portati da una scultorea scala elicoidale in legno, dalla struttura auto - portante, ci si avvicina alla luce che piove copiosa dallo zenit con l ‘ azzurro del cielo nei giorni tersi o con le nubi, la pioggia, i lampi.

Ci si immerge ancora nella caverna, a destra o a sinistra, per poi riaffacciarsi all‘esterno su speroni e rocce sbalzate nel vuoto.

Un immediato contatto con il mare, attraverso il rimando visivo, continuo a sud, lungo tutto l’arco solare dei terrazzi che vogliono scavalcare e negare la realtà circostante.

La luce piove dall’alto come nella spaccatura di una caverna, dalla quale si possano vedere le variazioni del cielo: i lampi, il battito della pioggia, quasi sulla pelle e poi, filtrata dall’acqua, ancora la luce, su cui l’occhio è libero di spaziare.